
Gli autoveicoli mild hybrid (MHEV) sono il primo step dell’elettrificazione del settore “automotive”; si tratta di una tecnologia disponibile sia su motorizzazioni a benzina che a gasolio (anche a gas volendo) destinata sia ai cambi manuali che a quelli automatici.
Un motore endotermico su un autoveicolo con tecnologia mild hybrid (anche noto come “ibrido leggero” visto che il termine mild, in inglese, significa proprio “leggero”) è composto da due unità; all’interno della vettura coesistono, infatti, sia un propulsore a benzina, o a gasolio, sia una batteria agli ioni di litio con tensione da tra 12 e 48 volt.
È importante precisare che è sempre il motore endotermico a trasferire motricità alle ruote e a “muovere” l’autoveicolo. L’unità elettrica è di supporto al motore termico e non trasmette energia alle ruote.
E’ presente anche una piccola batteria (da 12 o 48 Volt) che immagazzina energia durante le fasi di frenata (e decelerazione) disponibile al sistema quando l’unità elettrica entra in azione congiuntamente a quella termica.
Questa batteria supplementare non rimpiazza quella tradizionale, dedicata essenzialmente ai servizi.
La scelta di sostituire il proprio autoveicolo tradizionale con uno mild hybrid non ha nessun senso per la sostenibilità ambientale, la riduzione delle emissioni sono trascurabili.
L’immissione sul mercato di questa tipologia di auto non apporta alcun beneficio all’ambiente, per il consumatore sono delle vere truffe commerciali.
Sono prodotti-auto che consentono di far respirare le case automobilistiche rimaste indietro nella conversione tecnologica, da meccanica a meccatronica. Questa tecnologia è facilmente “implementabile” sulla linea produttiva di un tradizionale autoveicolo.
Non ci sono grandi differenze rispetto agli autoveicoli a benzina o a gasolio non equipaggiati di sistema mild hybrid, in termini di potenze o di emissioni di CO2: il sistema consente una riduzione dei consumi soprattutto nella guida in città. Dal punto di vista fiscale, essendo le MHEV considerate vetture ibride a tutti gli effetti, ci sono regioni che prevedono l’esenzione del bollo, con limiti temporali variabili da regione a regione.
Nel campo delle riduzioni, minime, di emissioni di CO2 c’è prima il sistema “start&stop” seguito dal mild hybrid con un risparmio di circa il 5% (dà il meglio in città).
La tecnologia mild hybrid si concretizza nel rimuovere il motorino di avviamento e l’alternatore, già presenti nelle auto, e sostituendoli con un singolo motogeneratore in grado di eseguire entrambe le funzioni dei componenti rimossi e molte altre funzioni; la tecnologia costruttiva adotta tensioni differenti: 12V, 24V e 48V.
L’aumentare delle tensioni dei motori elettrici permette di poter usare motori sempre più potenti e quindi arrivare a dare un contributo sempre maggiore al motore endotermico. I 12V sono economici, oggi lo standard sembra si stia stabilizzando sulla scelta dei 48V, una tensione in grado di fornire il giusto beneficio al motore termico.
Le tre implementazioni di architetture Mild Hybrid sono:
- BiGS, Belt-Integrated Starter Generator (motore di avviamento integrato con cinghia);
- TiMG, T che indica la Trasmissione ed il motore viene migliorato a Motor Generator;
- CiSG, C che identifica la Crankshaft (l’albero a gomiti).
