L’industria automobilistica europea è in pericolo? 

Qualche giorno fa, il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’avvio di un’indagine sulle auto elettriche prodotte in Cina in arrivo in Europa.

Da qualche mese infatti, i principali produttori di auto elettriche cinesi hanno presentato i loro, tanti, modelli rompendo il torpore dei produttori europei ancora alle prese con piattaforme tecnologiche e modelli molto costosi.

Nel frattempo, l’industria automobilistica francese ha fatto pressione sul governo di Francia affinchè spingesse l’Unione europea ad avviare un’azione contro il dumping dei veicoli elettrici Made in China.

Il dumping

Il dumping è una forma di concorrenza sleale poiché i prodotti vengono venduti ad un prezzo che non rispecchia in modo accurato il costo E’ una pratica per cui le grandi imprese introducono nel mercato europeo dei prodotti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato; questo prezzo artificioso è dovuto alla presenza di sussidi statali alle imprese nel paese di origine.

L’imposizione di dazi su prodotti oggetto di dumping potrebbe essere, ad esempio, un modo per contrastare tale pratica.

L’indagine della UE, che si protrarrà per mesi, potrebbe comportare tariffe superiori al 20% (negli Stati Uniti sui veicoli elettrici cinesi c’è un’imposta del 27,5%).

La Francia

Lo stato francese tutela la propria industria automobilistica, in quanto socio sia di Stellantis, sia di Renault (che possiede il 43% anche di Nissan che controlla, a sua volta, Mitsubishi Motors).
In un discorso di maggio, il presidente francese Emmanuel Macron ha sostenuto che l’UE non dovrebbe permettere alla Cina di vincere nel settore automobilistico come ha fatto con i pannelli solari: “non dobbiamo ripetere nel mercato delle auto elettriche gli errori che abbiamo commesso con il fotovoltaico, dove abbiamo creato una dipendenza dall’industria cinese e fatto prosperare i suoi produttori”, ha affermato.

La Germania

La Germania invece, è molto esposta in Cina sia perché è il mercato principale di sbocco dell’industria tedesca sia perché Volkswagen è socia di grandi gruppi industriali cinesi (SAIC già proprietaria di MG e Xpeng per la condivisione di piattaforme) e Mercedes è partecipata da BAIC e Geely (già proprietaria di numerosi marchi automobilistici come Volvo Cars, Polestar, Lotus Link & Co, Zeekr, ecc.). Inoltre, le auto elettriche del gruppo Volkswagen soffrono già la concorrenza di Tesla mentre il mercato interno frena poiché a settembre sono cessati gli aiuti di stato infatti, qualche giorno fa, oltre al taglio dei turni lavorativi, ha ridotto l’organico di poco meno del 2% nello stabilimento di Zwickau, dove si producono proprio le elettriche Volkswagen ID.3, ID.4, ID.5, le Audi Q4 e-tron e Sportback e-tron e la Cupra Born.

La Cina

Il governo cinese ha investito, sussidiato, il piano strategico nazionale “Made in China 2025” per sviluppare il settore manifatturiero della Repubblica popolare cinese con lo scopo di migliorare le capacità di produzione delle industrie cinesi, passando da officine ad alta intensità di manodopera (fabbriche cacciavite) a fabbriche ad elevata capacità tecnologica.

L’auto elettrica è una componente importante della crescita economica cinese. Grazie a un lungimirante piano di incentivi, Pechino è riuscita a conquistare un predominio in tutta la filiera dell’elettrificazione della mobilità, dalla raffinazione di terre rare e metalli come il litio sino alla costruzione delle batterie. Secondo alcuni analisti, infatti, produrre un’auto elettrica in Cina costa fino al 30% meno che in Europa grazie alla filiera più sviluppata e ai sussidi pubblici.

Dal 2015, l’nvestimento conosciuto finora ammonta a circa 1.700 miliardi di dollari, ora hanno rallentato per varie ragioni. Questo è uno dei motivi dei 500 produttori che c’erano ridottisi a circa 100 ma caleranno ancora con le economie di scala realizzate da questo tipo di industria (automotive). Tuttavia, anche produtori europei hanno utilizzato questi fondi per impiantare fabbriche in Cina.

Le principali aziende di veicoli elettrici nel mondo

Nel 2022, la Cina è stata di gran lunga il più grande mercato di veicoli elettrici, con il 59% delle vendite globali di veicoli elettrici. Il loro ruolo come più grande base di produzione di veicoli elettrici è ancora più forte, con 6,7 milioni di unità, il 64% del volume globale, prodotte in Cina. Quasi 580.000 veicoli elettrici sono stati esportati dalla Cina, la maggior parte dei quali (407mila) da marchi occidentali. I maggiori esportatori erano Tesla, SAIC, Dacia, Polestar, Volvo, Lynk & Co, BMW e BYD.

Principali aziende di veicoli elettrici nel mondo

Le auto elettriche più vendute nel 2022 nei principali mercati mondiali

Nel 2022, le maggiori vendite sono dell’azienda americana Tesla seguita dalla cinese BYD (Beyond Your Dreams), molto distanti le aziende europee. In Italia è poco meno del 4%. 

Le auto elettriche vendute nei mercati mondiali nel 2022
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